Guarda bene.
E vedrai
che certi sorrisi
sono passaggi a livello
che lasciano passare
solo treni vuoti.
I crateri del volto
sono proiezioni
di un cuore butterato.
Le chiazze
del gomito
sono la geografia del mondo,
interiore.
Le mascelle serrate
reclamano indicazioni
per la golena della rabbia.

Guarda bene.
Una tronfia destrezza
può essere sinistra.
Dietro l’uniforme verità
possono nascondersi
menzogne siderali.
Certi silenzi
sono la migliore risposta
a parole slabbrate.
Le crepe stuccate
non cancellano l’abisso.

Guarda bene
coloro che si allontanano
dagli addetti ai livori,
sono i decenti di ruolo
e ti indicheranno la direzione.
E poi i timidi,
che arrosiscono.
Sì, perché divengono rose.
I sognatori,
che disobbediscono
come gli stambecchi
alla gravità.

Guarda bene.
La comodità
è la vena insidiosa
del progresso.
La parata quotidiana
nasconde quasi sempre
solitudine e smarrimento.
Accettalo,
la meraviglia e la tragedia
duettano e duellano tra loro
nei giorni semplici
così come in quelli complicati.

La tua vista
deve lanciare la volata
ai sensi presunti gregari.
Ascolta le melodie
dei silenzi e delle pause,
pensa alla tua mano
come a una farfalla
che si posa su una spalla,
senti il profumo della tenerezza
e il gusto della comprensione.

Guarda ancora meglio
dietro a un vuoto.
Tutto nasce da lì.
E se non basta,
a volte
bisogna immaginarli
per vederli,
per sentirli,
i moti
dell’apparente
immobile.